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Decreto correttivo Ter

[Studio BL - Focus] - Il 𝘥𝘦𝘤𝘳𝘦𝘵𝘰 𝘤𝘰𝘳𝘳𝘦𝘵𝘵𝘪𝘷𝘰 𝘵𝘦𝘳: un’occasione mancata per potenziare gli strumenti di composizione della crisi da sovraindebitamento.





🖋️ Il 𝘥𝘦𝘤𝘳𝘦𝘵𝘰 𝘤𝘰𝘳𝘳𝘦𝘵𝘵𝘪𝘷𝘰 𝘵𝘦𝘳 rappresenta una tappa importante nella gestione delle crisi da sovraindebitamento, ma lascia aperte alcune criticità che limitano l’efficacia degli strumenti a disposizione dei debitori.



Ecco tre aspetti che meritano attenzione:



𝗣𝗿𝗼𝘁𝗲𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗶𝗻𝘀𝘂𝗳𝗳𝗶𝗰𝗶𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗽𝗮𝘁𝗿𝗶𝗺𝗼𝗻𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗱𝗲𝗯𝗶𝘁𝗼𝗿𝗲.


Nel piano di ristrutturazione dei debiti del consumatore e nel concordato minore, il patrimonio del debitore non è protetto da eventuali azioni esecutive o cautelari da parte dei creditori fino al deposito del ricorso in Tribunale. Ciò espone il debitore al rischio di aggressioni patrimoniali durante una fase cruciale, spesso lunga e complessa, in cui deve raccogliere i documenti, redigere il piano e preparare il ricorso. La mancanza di tutela in questo periodo riduce la fiducia verso questi strumenti, rischiando di renderli inefficaci. Un esempio concreto è il fermo amministrativo sull’autovettura, ossia una misura che può bloccare la vita quotidiana e lavorativa del debitore, che già si trova in difficoltà.



𝗔𝘀𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗶 𝘁𝗲𝗿𝗺𝗶𝗻𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗶 𝗚𝗲𝘀𝘁𝗼𝗿𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗰𝗿𝗶𝘀𝗶.


Un’altra criticità è l’assenza di termini entro i quali i Gestori della crisi devono presentare la relazione prodromica all’avvio della procedura. Questo lascia il debitore esposto per un tempo indefinito alle azioni dei creditori, aggravando la già difficile situazione e disincentivando l’uso di tali strumenti di regolazione.



𝗜𝗺𝗽𝗿𝗲𝗻𝗱𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶 𝗶𝗻𝗱𝗶𝘃𝗶𝗱𝘂𝗮𝗹𝗶 𝗽𝗲𝗻𝗮𝗹𝗶𝘇𝘇𝗮𝘁𝗶.


La norma che vieta agli imprenditori individuali cancellati dal Registro Imprese di accedere al concordato minore rappresenta un ulteriore problema. Persone fisiche che, in passato, avevano un’impresa e che ora si trovano in una situazione di sovraindebitamento sono costrette a ricorrere alla liquidazione del patrimonio, con conseguenze devastanti per loro e per le loro famiglie. Questo può significare, ad esempio, la perdita dell’abitazione familiare o di un mezzo di trasporto essenziale per il lavoro, con impatti sociali notevoli.




 


Anche se può sembrare controintuitivo una buona normativa sulla crisi di impresa può essere stimolante per la crescita di un Paese, in quanto assunzione del rischio e tutela dell’imprenditore “sfortunato” rispetto a quello malevolo sono alla base di ogni sistema economico evoluto.

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